Un’attività importante per raccogliere informazioni preziose ai fini della conservazione della biodiversità, dati sulla salute degli ecosistemi e sugli effetti dei cambiamenti ambientali, che continuerà anche nel 2025.
Negli scorsi mesi sui social abbiamo raccontato di tanti incontri interessanti e oggi, i risultati di questo lungo lavoro, costituiscono soprattutto un punto di partenza perché ci permettono di pianificare azioni di conservazione mirate e migliorare la gestione degli habitat naturali.
Cicogna bianca – Foto: Giovanni Colombo
Nuovi arrivi dopo gli interventi a favore della natura
La grande area umida creata recentemente a Milano è già un luogo di attrazione straordinario per gli uccelli con oltre 70 specie censite tra cui il Falco di palude, il Martin pescatore, la Cicogna bianca e il Piro piro boschereccio.
Spostandoci più a sud, a Locate Triulzi, è stata individuata una delle più grandi colonie di Cavaliere d’Italia del nord Lombardia con ben 45 individui, che qui trovano un ambiente vario fatto di risaie e nuove aree piantumate con siepi e arbusti.
Area umida – Foto: Giovanni Colombo
A Fallavecchia (Morimondo), l’area umida riqualificata qualche anno fa, oggi ha un canneto rigoglioso in cui trovano un habitat ideale le cannaiole e moltissime specie di libellule, farfalle e anfibi come rospi e raganelle.
A Rozzano, dove sono state piantumate varietà arboree e arbustive è stata osservata l’Averla piccola, una specie migratrice e protetta che ci rende ottimisti sul fatto che, con la crescita della vegetazione, aumenteranno le specie che si insedieranno o frequenteranno questi ambienti.
Rospo smeraldino – Foto: Giovanni Colombo
L’importanza di creare nuovi habitat
La causa principale del declino di tante specie è la perdita del loro habitat, per questo recuperare o ricreare ambienti in cui dare spazio alla natura è così importante.
La campagna, alternando a campi coltivati a spazi con vegetazione rada di arbusti e cespugli, siepi e bordure fiorite, prati non sfalciati e marcite è preziosa non solo per moltissimi uccelli, ma anche per gli insetti impollinatori, tra cui le farfalle.
Icaro – Foto: Giovanni Colombo
Anche la scelta di coltivare alcune varietà di piante può aiutare la biodiversità come, ad esempio, le leguminose utilizzate come foraggio per i bovini da latte. Per Polyommatus icarus, una farfalla della famiglia dei Licenidi, il ginestrino costituisce una vera e propria “pianta nutrice”: l’insetto adulto vi depone le uova e poi, della stessa pianta, si nutrono le larve.
Il nostro impegno continua come i nostri appuntamenti!
Curare la terra per curare le persone: da sei secoli il patrimonio della Ca’ Granda è destinato allo stesso scopo.
Sarebbe sufficiente questa sintesi di mission della Fondazione italiana che valorizza il più grande patrimonio agroambientale pubblico d’Italia donato fin dal 1456 all’Ospedale Maggiore di Milano, oggi Policlinico, per comprendere le motivazioni e l’importanza della partnership con Bureau Veritas Nexta che ha svolto per la Fondazione Patrimonio Ca’ Granda il compito di advisory finalizzato all’analisi degli impatti ambientali delle cascine di produzione (risiera e latteria) e alla definizione di strategie di mitigazione per le cascine partner.
La Fondazione sostiene i progetti del Policlinico di Milano legati alla ricerca scientifica, all’umanizzazione delle cure e alla tutela dei beni culturali, traendo le risorse dalla valorizzazione del patrimonio rurale conferitole dall’Ospedale.
La Fondazione tutela e valorizza il proprio patrimonio agricolo, naturale e culturale, con particolare riferimento alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità ambientale e alla fruizione territoriale, specie nelle filiere delle coltivazioni risicole e dell’attività zootecnica da latte. E lo fa creando risorse che alimentano la ricerca e il miglioramento dei servizi nel campo della sanità.
Per Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, Bureau Veritas si è impegnata nell’Obiettivo del progetto: fornire strategie di mitigazione degli impatti ambientali da trasmettere alle cascine partner, promuovendo la consapevolezza in tema di sostenibilità e favorendo lo sviluppo di programmi per il miglioramento delle prestazioni ambientali delle cascine attraverso la consultazione di letteratura e banche dati, nonché sopralluoghi presso alcune cascine partner.
Questo processo ha portato alla proposta di una roadmap con strategie di mitigazione e miglioramento.
Da un’analisi della letteratura scientifica, sono state selezionate alcune best practice di sostenibilità nel settore agricolo, essenziali per ridurre le emissioni, diminuire l’inquinamento del suolo e dell’acqua, promuovere il benessere animale e rappresentare un investimento vantaggioso per gli agricoltori.
L’11 dicembre 2024 si è tenuto il webinar “Le sfide ESG in agricoltura” organizzato da Bureau Veritas Nexta in collaborazione con Fondazione Patrimonio Ca’ Granda.
Durante l’incontro formativo, il Direttore Generale della Fondazione, Achille Lanzarini, ha sottolineato l’importanza di affiancare gli imprenditori agricoli nella transizione verso un’agricoltura sempre più sostenibile, capace di valorizzare il capitale naturale, culturale e sociale dei terreni affidati. “Il bene terra è il più prezioso che ci è stato lasciato in eredità, e la nostra responsabilità è quella di preservarlo e arricchirlo per le generazioni future”, ha dichiarato nel webinar moderato da Stefano Fontana, National Market Leader – Food, Bureau Veritas Italia.
L’evento ha permesso di approfondire i risultati dello studio condotto da Bureau Veritas Nexta coordinato da Katia Zavaglia, Climate Change & Sustainability Services Manager di Bureau Veritas Nexta, sugli impatti ambientali dei settori risicolo e zootecnico delle cascine valorizzate da Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, evidenziando le opportunità per migliorare le performance ESG e definendo una roadmap di azioni concrete:
Analisi della qualità dei suoli: sono stati monitorati oltre 6.500 ettari di terreni, evidenziando un buon livello di sostanza organica (3% in media) e fornendo agli agricoltori dati utili per migliorare le pratiche agricole.
Rete irrigua intelligente: una rete irrigua di 200 km di canali è stata dotata di sensori per ottimizzare l’uso dell’acqua a livello di singole aziende agricole.
Habitat e biodiversità: grazie alla rinaturalizzazione di 160.000 mq di territorio, sono stati creati nuovi habitat naturali per favorire la rigenerazione del suolo e l’aumento della biodiversità, consentendo all’ambiente di ostacolare la presenza di specie nocive per l’agricoltura.
Formazione e consapevolezza: attraverso i corsi gratuiti dell’Accademia Ca’ Granda la Fondazione promuove una cultura agricola innovativa per offrire ad agricoltori e allevatori gli strumenti per affrontare le sfide di sostenibilità del settore.
“Le sfide ESG in agricoltura” è il titolo del webinar organizzato da Bureau Veritas Nexta in collaborazione con Fondazione Patrimonio Ca’ Granda per esplorare strategie di mitigazione degli impatti ambientali e sociali nella gestione del più grande patrimonio agroambientale pubblico d’Italia, donato al Policlinico di Milano fin dal 1456.
Un dialogo tra territorio e sostenibilità
Durante l’incontro formativo, il Direttore Generale della Fondazione, Achille Lanzarini, ha sottolineato l’importanza di affiancare gli imprenditori agricoli nella transizione verso un’agricoltura sempre più sostenibile, capace di valorizzare il capitale naturale, culturale e sociale dei terreni affidati. “Il bene terra è il più prezioso che ci è stato lasciato in eredità, e la nostra responsabilità è quella di preservarlo e arricchirlo per le generazioni future”, ha dichiarato nel webinar moderato da Stefano Fontana, National Market Leader – Food, Bureau Veritas Italia
Dati e progetti presentati
L’evento ha permesso di approfondire i risultati dello studio condotto da Bureau Veritas Nexta coordinato da Katia Zavaglia, Climate Change & Sustainability Services Manager di Bureau Veritas Nexta, sugli impatti ambientali dei settori risicolo e zootecnico delle cascine valorizzate da Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, evidenziando le opportunità per migliorare le performance ESG e definendo una roadmap di azioni concrete.
Durante il webinar sono state anche presentate alcune delle iniziative intraprese in questi anni dalla Fondazione tra cui:
Analisi della qualità dei suoli: sono stati monitorati oltre 6.500 ettari di terreni, evidenziando un buon livello di sostanza organica (3% in media) e fornendo agli agricoltori dati utili per migliorare le pratiche agricole.
Rete irrigua intelligente: una rete di 100 km di canali è stata dotata di sensori per ottimizzare l’uso dell’acqua a livello di singole aziende agricole.
Habitat e biodiversità: grazie alla rinaturalizzazione di 160.000 mq di territorio, sono stati creati nuovi habitat naturali per favorire la rigenerazione del suolo e l’aumento della biodiversità, consentendo all’ambiente di ostacolare la presenza di specie nocive per l’agricoltura.
Formazione e consapevolezza: attraverso i corsi gratuiti dell’Accademia Ca’ Granda la Fondazione promuove una cultura agricola innovativa per offrire ad agricoltori e allevatori gli strumenti per affrontare le sfide di sostenibilità del settore.
Un messaggio di collaborazione
Il webinar si è concluso con un forte richiamo alla collaborazione tra tutti gli attori della filiera agricola. Come ha ricordato Lanzarini, “i problemi di un’azienda agricola sono problemi dell’intera filiera: lavorare insieme per ridurre gli impatti e valorizzare il territorio è una responsabilità condivisa”.
Un futuro sostenibile per il territorio
Le azioni presentate rappresentano un esempio concreto di come Fondazione Patrimonio Ca’ Granda si impegni per tutelare il patrimonio naturale e sociale, non solo a beneficio delle aziende agricole, ma anche per garantire un futuro più sostenibile per tutti.
Per la Giornata Nazionale degli Ospedali Storici, domenica 13 ottobre 2024, non perdere l’occasione di visitare l’Archivio Storico della Ca’ Granda. Potrai ammirare un vero gioiello della cultura e della storia milanese, tornato al suo antico splendore anche grazie ai finanziamenti di Fondazione Patrimonio Ca’ Granda.
La nostra missione infatti è sostenere l’Ospedale Policlinico di Milano non solo finanziando progetti di ricerca scientifica e umanizzazione degli spazi di cura, ma anche la tutela del suo patrimonio artistico e culturale rendendolo fruibile a tutti!
Nell’Archivio sono custodite 5000 cartelle di documenti antichi che raccontano la storia del più grande patrimonio agroambientale pubblico d’Italia – donato fin dal 1456 all’antico Ospedale Maggiore di Milano, oggi Policlinico – che la nostra Fondazione valorizza per il bene di tutti.
Oltre all’Archivio Storico potrai ammirare la chiesa della Beata Vergine Annunciata e visitare i “Tesori della Ca” Granda”, un museo ricco di ritratti dei benefattori che ospita anche opere di autori celebri come Francesco Hayez e Giovanni Segantini, Mario Sironi o Carlo Carrà.
Scopri la storia della Ca’ Granda, una storia di bene che continua ancora oggi.
Fondazione Patrimonio Ca’ Granda e Podcastory annunciano il lancio del podcast “Ti lascio un tesoro”, la storia del patrimonio agroambientale pubblico più grande d’Italia raccontata dagli stessi benefattori che lo hanno donato alla Ca’ Granda, l’attuale ospedale Policlinico di Milano.
I terreni e le cascine donate hanno da sempre contribuito in modo significativo al sostegno economico dell’ospedale e quindi alla realizzazione della sua missione di cura e assistenza ai malati.
Queste donazioni hanno così permesso alla Ca’ Granda di diventare uno dei più grandi e importanti ospedali d’Europa, con una base economica solida e autosufficiente. Questo patrimonio è stato affidato dal Policlinico alla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, sempre con la stessa missione di sostenere l’ospedale.
Tratta dal libro “Ti lascio un tesoro” di Annalisa Teggi, la nuova serie podcast si sviluppa in 12 episodi, ciascuno dedicato a un benefattore: papi, imperatori, nobili e imprenditori che si sono succeduti a partire dal 1456.
Nel primo episodio si parte da una data fondamentale, l’anno 1456, quando Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti diedero inizio alla storia della Ca’ Granda con una generosa donazione.
Negli episodi successivi si racconta di quando, nel 1534, con Roma scossa dallo scisma protestante, Alessandro Farnese, diventato Papa con il nome di Paolo III, fece una donazione alla Ca’ Granda per alleviare le sofferenze dei più bisognosi. E ancora, dei tanti altri grandi benefattori: da Paolo Da Cannobio, un letterato devoto alla cultura e alla pietà, che lasciò i suoi beni affinché diventassero cultura e speranza per un futuro migliore, a Papa Pio IV, che nel 1561 donò alla Ca’ Granda i terreni che erano dell’Abbazia di Morimondo, fino a Napoleone Bonaparte che nel 1797 donò l’Abbazia di Mirasole del 1200 con i suoi terreni a sud di Milano
La serie podcast celebra anche altri illustri donatori come Bianca Pagani, la contessa Margherita Lasso di Castiglia, il notaio Gian Giacomo Bovisio, Giulio Cesare Secco d’Aragona, Giulio Cesare Pessina e Giovanni Battista Pecchio, tutti benefattori le cui donazioni hanno contribuito a costruire e preservare questo patrimonio unico dalla gloriosa storia.
“Ti lascio un tesoro” non è solo un viaggio nel passato, ma un tributo a coloro che hanno creduto nel valore della solidarietà e della cura collettiva, lasciando un’eredità che continua ancora oggi a generare risorse per il bene di tutti.
La serie della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, è stata realizzata, grazie al contributo di BCC Milano, dall’audio-enabler Podcastory ed è disponibile dal 9 settembre 2024 sulla loro app e su tutte le principali piattaforme podcasting.
Questo il calendario di pubblicazione delle puntate, tutti i lunedì con cadenza bisettimanale dal 9 settembre 2024 al 24 febbraio 2025:
“Ti lascio un tesoro” è un viaggio affascinante nel tempo, alla scoperta delle storie di uomini e donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della Ca’ Granda, l’attuale ospedale Policlinico di Milano.
La generosità di queste vite è all’origine del più grande patrimonio agroambientale d’Italia, oggi gestito e valorizzato da Fondazione Patrimonio Ca’ Granda.
Le terre della Ca’ Granda si estendono per 8.500 ettari dal Ticino all’Adda e rappresentano un autentico polmone verde.
Incorniciate da aree protette e solcate da canali irrigui, producono da secoli beni preziosi per l’uomo e ospitano oltre cento cascine, un’abbazia risalente al 1200 e un monumento naturale.
Sono un tesoro di inestimabile valore e un baluardo contro il consumo di suolo che intorno avanza inesorabile.
È soprattutto un patrimonio vivo di cui Fondazione Patrimonio Ca’ Granda si è presa cura, preservandolo per le generazioni future, così da garantire nel tempo le risorse per i progetti di ricerca scientifica, umanizzazione delle cure e tutela dei beni storico-artistici promossi dal Policlinico.
Nelle pagine del libro, realizzato grazie al contributo di BCC Milano, troverete i racconti e i ritratti dei molti Benefattori che, con la loro generosità, hanno contribuito a creare questo patrimonio pubblico che, dal 1456, è al servizio del bene di tutti e, ancora oggi, contribuisce al benessere delle persone e dell’ambiente.
Nelle antiche terre valorizzate dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, a pochi metri dall’Oratorio di San Vincenzo a Sesto Calende (VA), un’importante scoperta archeologica sta riscrivendo la storia locale: una chiesa sepolta, insieme ad altre strutture, è emersa grazie ai nuovi scavi condotti dagli studiosi dell’Università degli Studi di Milano.
Questo straordinario ritrovamento offre uno sguardo nuovo su un’area che fu abitata ininterrottamente dal periodo romano fino al medioevo, un punto strategico sia per i commerci che per la difesa. Gli scavi, iniziati il 26 agosto, rappresentano un’opportunità unica per comprendere meglio la continuità insediativa di questo luogo ricco di storia, che per secoli ha mantenuto nascosti i suoi tesori sotto terra.
La scoperta: una chiesa nascosta sotto i terreni della Ca’ Granda
Il Dott. Emanuele Intagliata, titolare della cattedra di Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università degli Studi di Milano, spiega l’importanza di questa scoperta: “Siamo qui a Sesto Calende, su un sito strategico dal punto di vista commerciale e difensivo, che collegava Mediolanum (l’antica Milano) con il Basso Verbano, ovvero il Lago Maggiore. Questo punto era cruciale per il commercio nella tarda antichità e la pianura circostante”.
Prima di iniziare gli scavi, sono state condotte delle prospezioni geofisiche, che hanno permesso agli archeologi di individuare le strutture sotterranee senza bisogno di scavare. Questi studi preliminari hanno così indicato la presenza di una possibile chiesa e di altre costruzioni, che sono ora oggetto di ulteriori scavi.
Un abside orientata a est: il segno di una antica chiesa
L’apertura di tre punti di scavo sul terreno ha confermato l’esistenza di strutture sotterranee. Tra queste, una in particolare ha suscitato grande interesse: “Abbiamo identificato una struttura con un’abside orientata verso est, un elemento che indica la presenza di una chiesa. Riteniamo che questo edificio possa risalire all’età altomedievale, ma è ancora in fase di scavo, quindi non possiamo fare affermazioni definitive”, afferma Intagliata.
L’interesse non si ferma qui: altre due strutture sono state rinvenute, anche se la loro funzione esatta è ancora da chiarire. Gli archeologi sono pronti a proseguire con ulteriori indagini per scoprire cosa si cela sotto la superficie. “Siamo certi che ci riserveranno altre grosse sorprese”, aggiunge il dott. Intagliata.
Gli studiosi del corso di Archeologia Medievale Università degli Studi di Milano hanno organizzato nel mese di settembre 2024 tre visite guidate gratuite che hanno offerto alle centinaia di persone presenti l’opportunità di esplorare il sito archeologico insieme ai ricercatori. Un’occasione unica per vedere dal vivo i resti della chiesa sepolta e le altre strutture venute alla luce.
L’abside della chiesa scoperta durante gli scavi
Un patrimonio vivo che continua a rivelarsi
Il sito di Sesto Calende rappresenta un esempio perfetto di come i terreni gestiti dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda non siano solo un ricco patrimonio agroambientale, ma anche una risorsa culturale di inestimabile valore storico. Le terre, donate nei secoli alla Ca’ Granda, oggi Ospedale Policlinico di Milano, continuano a restituire tesori inaspettati e a farci riflettere sulla storia che si cela sotto i nostri piedi.
Se siete curiosi di scoprire la chiesa medievale ritrovata o semplicemente appassionati di storia e archeologia, non perdete l’occasione di visitare il sito e di immergervi in un viaggio indietro nel tempo!
Siamo felici di mettere a disposizione i dati del più grande patrimonio agroambientale pubblico d’Italia per valorizzare il ruolo delle attività agricole lombarde nello stoccaggio del carbonio nei suoli per un futuro più sostenibile.
I vasti e avanzati dataset con le analisi che abbiamo raccolto negli anni sui terreni della Ca’ Granda verranno infatti utilizzati dai ricercatori di 4 Università italiane per analizzare la relazione tra uso del suolo in agricoltura e cambiamenti climatici, contribuendo concretamente alla ricerca e applicazione di soluzioni innovative per affrontare sfide ambientali cruciali nel settore agricolo e creare nuove opportunità per lo sviluppo del carbon farming.
Grazie alla partnership con Fondazione Cariplo, che ha promosso il bando “Data Science for Climate and Agriculture“, i ricercatori potranno studiare temi innovativi e promettenti come l’analisi delle relazioni tra suolo, clima e pratiche agronomiche, l’adozione di pratiche e strategie di carbon farming, la creazione di strumenti predittivi per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Questi i 4 progetti che sono stati selezionati:
AI-GROUNDS – Politecnico di Milano in collaborazione con CREA
Obiettivo: Analizzare le relazioni tra caratteristiche del suolo, dati climatologici e pratiche agronomiche.
Sviluppo: Creazione di un sistema di supporto decisionale basato sull’intelligenza artificiale per ottimizzare la gestione del carbonio organico nel suolo.
DS-CHANGES – Università di Brescia con Fondazione ENI Enrico Mattei e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Obiettivo: Valutare i fattori chiave per l’adozione delle pratiche di carbon farming in Lombardia.
Sviluppo: Utilizzo di modelli ad agenti per analizzare e progettare politiche di promozione del carbon farming.
DATA – Università di Brescia
Obiettivo: Creazione di strumenti avanzati per la gestione delle informazioni e implementazione delle strategie di carbon farming.
Sviluppo: Guida all’adozione di pratiche efficaci ed efficienti di carbon farming e sensibilizzazione degli attori coinvolti.
DaSACaF – Università degli Studi di Milano
Obiettivo: Creazione di uno strumento predittivo per valutare il potenziale di mitigazione delle pratiche agricole.
Sviluppo: Formulazione di politiche e strategie efficaci per contrastare i cambiamenti climatici.
Congratulazioni ai vincitori e i migliori auguri di buon lavoro per un futuro in cui agricoltura e ambiente camminino insieme.
L’estate si avvicina ed è arrivato il momento tanto atteso dello spettacolo delle lucciole!
Nel weekend del 7-9 giugno l’Oasi Ca’ Granda propone 6 escursioni notturne per osservare questi straordinari insetti da vicino e vivere l’emozione di un incontro che ha qualcosa di magico!
Comunicando tramite segnali luminosi, le lucciole hanno bisogno di luoghi bui e isolati, di ambienti naturali e di campagne: per questo motivo si possono ammirare solo allontanandosi dalle città, nei campi, sulle sponde di ruscelli, lungo i canali d’acqua e nel profondo di boschi silenziosi.
Nell’Oasi Ca’ Granda questi ambienti esistono ancora e con loro le lucciole!
Quando cala il sole, all’imbrunire, ci si mette in cammino tra le cascine della Valle del Ticino e lungo il Naviglio di Bereguardo.
Ci si inoltra tra i campi coltivati e si raggiungono le aree più boscose, in un paesaggio suggestivo e nuovo perché la luce e i colori del giorno lasciano spazio ai profumi e ai suoni della notte.
La meta è l’incontro surreale con una miriade piccole luci vaganti!
Questi insetti comunicano tra loro grazie alla bioluminescenza e la loro danza nella notte è davvero incantevole.
Ma le lucciole sono anche degli importanti bioindicatori della salute dell’ambiente: la loro presenza indica un buono stato dell’ambiente e infatti, purtroppo, negli ultimi anni il loro numero è diminuito drammaticamente e incontrarle è sempre più difficile.
Nell’Oasi Ca’ Granda ci si può ancora immergere nella natura e provare l’esperienza unica di “muoversi” tra le lucciole, ma l’avventura non finisce qui: si possono fare anche tanti altri incontri insoliti con gli animali notturni come volpi, gufi, ricci e, se si è fortunati, un tasso!
L’impegno della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda verso la promozione della sostenibilità integrale è un aspetto centrale della sua attività.
Da qui, la scelta di sottoporci a una valutazione ESG indipendente, scegliendo il sistema NeXt Index® ESG: primo marchio ESG in Italia a essere certificato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, accreditato e utilizzato da più di 50 organizzazioni nazionali.
Il nostro impegno nella sostenibilità non è solo un obiettivo, ma una pratica quotidiana che si riflette in azioni concrete in campo ambientale, sociale e della governance.
Gestiamo il più grande patrimonio agroambientale pubblico d’Italia, un autentico polmone verde da 85 milioni di m2. Un capitale prezioso che proteggiamo e incrementiamo costantemente con progetti di rigenerazione naturalistica.
Particolare attenzione è riservata alla qualità dei suoli, che misuriamo e monitoriamo per garantirne la fertilità nel tempo, dove si trovano stoccate 1,5 milioni di tonnellate di CO2 , pari a una foresta di 850.000 alberi alti 25 metri.
I risultati di questo impegno sono direttamente sperimentabili “con gusto” con i prodotti Ca’ Granda: Riso Carnaroli, Latte Bio e Yogurt Bio.
Il nostro impegno ambientale si estende alla formazione ed educazione con l’Accademia Ca’ Granda, che propone corsi gratuiti per un’agricoltura sostenibile, e il programma Ca’ Granda 4 Kids, che offre esperienze didattiche in aula e in campo a giovani della scuola primaria e di 1° grado.
La sensibilizzazione al rispetto dell’ecosistema passa anche attraverso le numerose comunicazioni sui canali web e social.
La nostra attenzione è rivolta anche a mitigare l’impatto diretto della nostra attività, a partire dalla riduzione dei consumi di carta e toner, attraverso la digitalizzazione dei processi, e dei consumi energetici, attraverso l’efficientamento energetico degli uffici.
La sostenibilità integrale non può prescindere dall’impegno alla dimensione sociale, a partire dal benessere dei lavoratori, favorendo l’autonomia creativa, la formazione continua, l’equità remunerativa, il riconoscimento dei risultati e l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Un risultato validato dalla certificazione Great Place To Work.
L’impegno sociale si estende anche all’esterno della Fondazione.
Ne sono un esempio la Rete Ecologica Ca’ Granda, un’alleanza con i più importanti enti lombardi di tutela ambientale, e il programma Oasi Ca’ Granda, che permette ai cittadini di vivere esperienze uniche nella natura delle nostre terre.
In termini di trasparenza, il sito web istituzionale ne è una concreata dimostrazione: la completezza delle informazioni e dei documenti disponibili garantiscono la possibilità di verificare la corrispondenza tra missione e risultati ottenuti.
L’impegno nel contrasto all’illegalità e alla corruzione è altissimo nella fase di procurement, con l’applicazione di rigorose misure preventive nella selezione dei fornitori, verificandone la regolarità contributiva in fase di pagamento e garantendone la tracciabilità. Il tutto pubblicato sul sito istituzionale.
La partecipazione e il coinvolgimento degli stakeholder avviene: internamente, attraverso la progettazione condivisa degli obiettivi e delle strategie con tutto il personale; esternamente, attraverso il dialogo costante con la comunità attraverso social media, newsletter, media tradizionali e con indagini di gradimento ai partecipanti delle diverse iniziative.
Il riconoscimento di Impresa Sostenibile con un rating ESG AA, grazie a un punteggio NeXt Index® ESG di 86,1 su 100, ci rende orgogliosi della strada fin qui fatta, ma al contempo indica la via verso nuove azioni da intraprendere per contribuire sempre più efficacemente agli obiettivi di sostenibilità del pianeta.