La proprietà fondiaria gestita dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda svolge una funzione sociale in linea con i principi sanciti nella Costituzione italiana che promuove il razionale sfruttamento del suolo e l’instaurazione di equi rapporti sociali (art. 44) e la tutela del paesaggio, del patrimonio storico artistico, dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni (art. 9).
Una ricerca multidisciplinare, condotta dagli studiosi dell’Accademia dei Georgofili, ha infatti evidenziato la piena aderenza della gestione della Fondazione – impegnata nella contemporanea valorizzazione agricola, ambientale e culturale del patrimonio rurale del Policlinico di Milano – con i principi costituzionali, indicandola come un caso unico a livello nazionale.
Questo riconoscimento è stato attribuito da autorevoli accademici dopo un’attenta analisi della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, presieduta dall’arch. Marco Giachetti e diretta dal dott. Achille Lanzarini, che dal 2015 si prende cura dei terreni e delle cascine donati nei secoli all’Ospedale, affettuosamente chiamato dai milanesi la “Ca’ Granda”, finalizzando i risultati di gestione al sostegno dei progetti di ricerca scientifica del Policlinico.
La coerenza con i principi sanciti dalla Costituzione si basa su diversi fattori.
La Fondazione Patrimonio Ca’ Granda svolge un’attività di tutela e di valorizzazione di questo vasto patrimonio agroambientale, il più grande d’Italia, che comprende un’area di 8.500 ettari di terra in Lombardia, di cui il 79% è situato in aree protette, promuovendo un uso razionale, che oggi diremmo sostenibile, del suolo.
Inoltre, i progetti di creazione di nuovi habitat ecologici, di conservazione delle antiche cascine, di valorizzazione dei canali irrigui garantiscono la tutela del paesaggio, del patrimonio storico artistico, dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.
In secondo luogo, la Fondazione si è impegnata a instaurare equi rapporti sociali con l’adozione, prevista dalla normativa agraria, dell’Accordo Collettivo con le Organizzazione Professionali.
Una garanzia per gli agricoltori affittuari di ottenere parità ed equità di trattamento, nonché di continuità contrattuale, permettendo la stabilità economica e sociale nelle comunità locali, ed evitando fenomeni di agricoltura speculativa che depaupera la fertilità dei terreni e la qualità dell’ambiente.
L’approccio multidisciplinare dello studio ha consentito così di valutare in maniera olistica l’impatto delle attività della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, evidenziando l’efficacia delle strategie adottate e l’importanza del suo contributo nel raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla nostra Carta costituzionale.
I risultati della ricerca, presentati nella sede dell’Accademia dei Georgofili a Firenze durante il convegno “Costituzione e proprietà fondiaria. Il caso della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda”, sono stati pubblicati nel volume “Fondazione Patrimonio Ca’ Granda. Uno studio storico, giuridico, economico della valorizzazione del suo patrimonio” (Società Editrice Fiorentina), a cura di Nicola Lucifero, Enrico Marone, Paolo Nanni, professori dell’Università di Firenze e accademici dei Georgofili che hanno esaminato da tre punti di vista differenti e integrati questa best practice italiana.